venerdì 27 marzo 2015

Gli Omega-3 si prendono cura del nostro cervello




L'insieme dei dati raccolti nel corso di molti anni di sperimentazioni ha portato ad ipotizzare che un consumo irregolare di Omega-3 e un alterato metabolismo degli acidi grassi essenziali (Omega-3 e Omega-6) potrebbero contribuire allo sviluppo delle principali forme di depressione conosciute.
Non solo, diversi studi suggeriscono che gli Omega-3 potrebbero essere utili nel trattamento dei sintomi della depressione.
I primi indizi dell'esistenza di un legame tra la funzione svolta da questi acidi grassi nell'organismo umano e questa patologia risalgono agli scorsi anni Novanta, quando una serie di ricerche ha dimostrato l'esistenza di una stretta correlazione tra stati depressivi e bassi livelli di Omega-3.
Infatti, in chi soffre di depressione le riserve di questi acidi grassi sono meno abbondanti rispetto alla norma.
In particolare, uno studio condotto al Base Hospital di Rockhampton (Australia), pubblicato dalla rivista Lipids, ha dimostrato che tanto più queste riserve sono scarse, tanto più i sintomi della depressione sono gravi.
Secondo una ricerca pubblicata nel 1998 da Biological Psychiatry, un'alterazione del rapporto da acidi grassi Omega-3 e Omega-6 e una minore quantità di Omega-3 nel plasma del sangue è associata a forme gravi di depressione.
Negli anni successivi un ulteriore studio ha dimostrato che nella terza età la composizione in acidi grassi dei fosfolipidi nel sangue è strettamente correlata a disordini dell'umore e a potenziali stati depressivi.
Ma i primi a dimostrare la reale efficacia degli Omega-3 nel miglioramento dell'equilibrio emotivo sono stati i ricercatori della Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti).
Qui Andrew Stoll e colleghi stavano cercando un metodo per la cura della sindrome bipolare, detta anche sindrome maniaco-depressiva, un particolare disturbo in cui gravi crisi depressive si alternano a periodi di euforia intensa.
I risultati dello studio che pubblicarono negli Archives of General Psychiatry li portarono a concludere che gli Omega-3 possono migliorare tutta una serie di sintomi caratteristici della depressione:
tristezza
mancanza di energie
stati ansiosi
insonnia
diminuzione della libido
tendenza al suicidio

Infine, l'efficacia degli Omega-3 è stata estesa anche alla cura dei disturbi della sfera psicologica tipici di donne che, a causa di un umore mutevole ed emozioni spesso incontrollabili, avevano relazioni affettive complicate.
Gli esperti del McLean Hospital di Belmont (Stati Uniti) hanno dimostrato che 8 settimane di trattamento con integratori alimentari a base di Omega-3 ricchi in EPA erano sufficienti a rendere l'umore di queste pazienti più stabile e tendenzialmente più positivo.
Non solo: il trattamento riduceva anche l'aggressività delle donne che stavano assumendo gli Omega-3.
L'insieme dei dati raccolti nel corso degli anni dimostra che gli acidi grassi Omega-3 possono essere efficaci in prevenzione, controllo e trattamento di diversi disturbi psichiatrici.
Questi possono variare dalle semplici alterazioni dell'umore agli stati depressivi post partum, passando per i comportamenti aggressivi indotti dallo stress, i danni neurologici e le alterazioni della vista causati dall'alcol, fino ad arrivare a patologie gravi come la schizofrenia e la demenza.
Fonte: http://www.omegor.com/

venerdì 20 marzo 2015

Il venerdì è il miglior giorno della settimana




Più atteso del giorno del compleanno, più desiderato della serata di Coppa, più efficace del farmaco più efficace. È il venerdì. Lo assicurano gli psicologi della Università di Rochester che hanno condotto il primo studio sulla variazione dell`umore durante la settimana. Si chiama `effetto week-end`, inizia venerdì pomeriggio e si conclude domenica sera, un periodo magico in cui spariscono acciacchi, attacchi di ansia e si sperimenta una maggiore vitalità.

Lo studio pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology ha esaminato l`umore settimanale di 74 adulti tra i 18 e i 62 anni, con 30 ore settimanali di lavoro. Per 3 settimane e per 3 volte al giorno, gli psicologi guidati da Richard Ryan hanno testato il loro livello di soddisfazione. I partecipanti dovevano compilare un questionario per manifestare sentimenti come felicità, piacere, soddisfazione, ma anche problemi fisici, come gastriti e mal di testa. 
Per tutti, malanni e guai psicologici si riducevano nel fine settimana, quando "le persone sperimentano una maggiore autonomia e socievolezza", spiega Ryan, rispetto al tempo del lavoro "pieno di attività che includono controlli esterni, scadenze temporali e incombenze legate al lavoro e alla cura dei figli".





Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com/

martedì 10 marzo 2015

Cambiare i nostri ricordi


Ricordi falsi, ma felici. Virtualmente in grado di "cancellare" ricordi spiacevoli secondo l'antico proverbio del "chiodo scaccia chiodo". Per dirla con il film "Se mi lasci ti cancello" (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), ai protagonisti Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet) sarebbe bastato farsi mettere in testa i ricordi di una meravigliosa storia d'amore con un'altra lei e un altro lui, per perdersi e poi, forse, trovarsi di nuovo. Sempre restando alla cinematografia, il risultato da fantascienza richiama quello immaginato dal film "Total Recall", e prima ancora dal romanzo "Ricordiamo per voi" di Philip K. Dick. In realtà si tratta di prospettive molto reali, seppure ancora in fase embrionale e scientificamente provate soltanto per i topini da laboratorio, come mostrano i dati pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience.
Un gruppo di scienziati francesi è riuscito infatti a creare dei falsi bei ricordi nel cervello dei roditori, in quella che il quotidiano The Guardian definisce "la prima dimostrazione di manipolazione della memoria durante il sonno". I ricercatori hanno "scritto" nelle memorie degli animali dormienti delle associazioni artificiali tra un particolare posto e dei sentimenti positivi, per poi osservarne il comportamento al risveglio. Tutti - hanno osservato - si dirigevano nel luogo "promesso" in cerca di una ricompensa, in questo caso il cibo.
Secondo gli autori dello studio, i risultati potrebbero aprire la strada a nuovi trattamenti per persone depresse o imprigionate in ricordi particolarmente dolorosi. La cautela, tuttavia, è d'obbligo: per ora ciò che la ricerca ha dimostrato è che è possibile, nei topi, creare ricordi artificiali così complessi da condizionare il comportamento consapevole. Al momento nessuno sa dire se la stessa cosa potrebbe avvenire anche nell'uomo. Di certo, nessun esperimento basato sulla trasmissione di false memorie era mai riuscito a trasmettere ricordi così complessi come quelli che associano la mappa di un luogo alla presenza di cibo.
                                   
                                                     Chiedi maggiori informazioni



Fonte: http://www.huffingtonpost.it/

giovedì 5 marzo 2015

Più umorismo più intelligenza





L'umorismo è una vera e propria forma di allenamento mentale da cui è possibile trarre beneficio tanto quanto dall'attività fisica. A sostenerlo è Scott Weems, ricercatore dell'University of Maryland, che sulle pagine del Wall Street Journal spiega in che modo lo humor aumenta la forza e la flessibilità mentale.

“Uno studio del 1976 di Avner Ziv della Tel Aviv University ha svelato che le persone che avevano ascoltato la registrazione di una commedia prima di partecipare a un test sulla creatività hanno ottenuto risultati migliori del 20% rispetto a quelle che non erano state sottoposte prima a questa operazione – racconta Weems – Nel 1987, all'University of Maryland dei ricercatori hanno scoperto che guardare una commedia più che raddoppia la nostra capacità di risolvere i rompicapo”. Ma non solo. “Una ricerca pubblicata nel 1998 dalla psicologa Heather Belanger del College of William and Mary suggerisce anche che l'umorismo migliori la nostra capacità di ruotare mentalmente oggetti immaginari nella nostra testa, un test fondamentale per le capacità di ragionamento spaziale”. Lo humor, insomma, aumenta l'intelligenza e la creatività, ma secondo Weems i suoi benefici non finiscono qui.

A dimostrare che l'umorismo aiuta a preparare la mente ad affrontare eventi stressanti sono studi come quello condotto nel 2000 all'University of North Carolina dallo psicologo Arnold Cann, che ha chiesto agli individui coinvolti nei suoi esperimenti di guardare una commedia della durata di soli 16 minuti prima di assistere alla proiezione di un film contenente scene particolarmente cruente. E' stato così dimostrato che lo stress psicologico generato da queste ultime è significativamente ridotto dal fatto di aver visto prima la commedia.


Attenzione, però. Weems precisa che tutto ciò “non significa che qualsiasi tipo di umorismo sia di aiuto”. In particolare, un atteggiamento sarcastico nei confronti della vita potrebbe essere negativo, soprattutto quando corrisponde ad una forma di auto-punizione continua, ed è tipico di persone con più problemi di depressioneansia e scarsa autostima.



                                Chiedi maggiori informazioni



Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com/