martedì 8 maggio 2018

INCREDIBILE: Scuola sostituisce la Punizione con la Meditazione!



Cosa accade quando un alunno si comporta male a scuola? Viene messo in punizione, mandato dal preside oppure sospeso.
Ma è davvero utile a migliorare lo stato mentale degli alunni? La punizione consiste spesso nello stare in piedi in un angolo a fissare la parete oppure qualche altra cosa, ma sicuramente non funziona per far riflettere sulla propria condotta, anzi viene considerato qualcosa di stupido e ingiusto.Il Prof. Robert W. Coleman della scuola elementare di Baltimora ha ideato qualcosa di diverso per gli studenti si comportano male: la meditazione.
pastedGraphic.pngInvece di punire i bambini con la punizione o mandandoli all’ufficio del preside, la scuola di Baltimora ha ora una stanza che si chiama chiamato “Mindful Moment Room” ovvero la sala da meditazione.
La stanza non ha niente a che vedere con una sala da punizione. Invece, è piena di lampade, decorazioni e soffici cuscini viola. I bambini che si comportano male sono invitati a sedersi nella stanza e passare attraverso delle pratiche come la respirazione o la meditazione, aiutandoli a calmarsi e centrarsi. Essi sono inoltre invitati a parlare di quello che è successo.La meditazione e la consapevolezza sono piuttosto interessanti, scientificamente.
La meditazione mindfulness è stata in giro in una forma o un altra per migliaia di anni. Recentemente, però, la scienza ha iniziato a studiare i suoi effetti sulla nostra mente e corpo ed i risultati sono stupefacenti.
Uno studio, per esempio, ha dimostrato che la meditazione potrebbe dare ai soldati una sorta di armatura mentale contro le emozioni dirompenti, e migliora anche la memoria. Un altro studio ha suggerito che la meditazione può migliorare la capacità di attenzione e di mettere a fuoco.

Per quanto riguarda il cervello si è osservato che la meditazione mindfulness cambia completamente la struttura del cervello migliorandone notevolmente le prestazioni intellettuali e rigenerando gli eventuali danni (quindi ad esempio chi ha fatto uso di droghe o ha avuto ictus, ecc.). E’ stato osservato anche la meditazione è più efficace degli ansiolitici e che allunga la vita. Questi e molti altri studi già sarebbero sufficienti a far introdurre la meditazione in ogni scuola del mondo.
Ritornando alla scuola di Baltimora, quali sono stati i risultati ottenuti dal prof. Robert W. Coleman? Durante tutto l’anno scolastico nessun alunno è stato sospeso perché nessuno ha più avuto alcun comportamento grave, la condotta generale è migliorata notevolmente, le assenze si sono ridotte, lo stato di benessere degli alunni è aumentato come riportano i genitori e le prestazioni scolastiche sono migliorate!
“E ‘incredibile”, ha detto Kirk Philips, il coordinatore di Robert W. Coleman. “Non si sarebbe potuto pensare che i bambini piccoli potessero meditare in silenzio. E lo fanno!”
“Abbiamo avuto genitori ci dicono, ‘sono tornata a casa l’altro giorno stressata, e mia figlia mi ha detto: ‘Ehi, mamma, hai bisogno di sederti. Ora ti insegno come respirare’.”
Nella stanza di meditazione, tutti gli alunni periodicamente fanno una meditazione collettiva e c’è anche un insegnante di Yoga che gli insegna a migliorare l’elasticità e il benessere della loro muscolatura ed articolazioni. E non manca anche l’attenzione all’ambiente. I bambini aiutano a ripulire parchi locali, costruire giardini e visitare aziende agricole vicine.
Questo non sta accadendo solo in una scuola. Molte scuole stanno cercando questo tipo di pensiero olistico, e sta producendo risultati incredibili.
Nel Regno Unito, per esempio, la meditazione mindfulness nelle scuole è sempre più diffusa. Ci sono molti benefici che la meditazione ci offre e vengono sempre più spesso confermati da studi scientifici. Abbiamo imparato attraverso la ricerca scientifica che la meditazione può alleviare il dolore, migliorare la creatività, alleviare lo stress e stimolare il sistema immunitario.

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venerdì 9 marzo 2018

Capire gli abusi da piccoli segni inconsueti




Spesso è una questione di particolari. Di cambiamenti d’umore, di atteggiamenti che prima non si notavano e che invece emergono all’improvviso. Dettagli importanti che possono consentire a un padre e a una madre di capire che il figlio o la figlia stanno vivendo situazioni diverse dal solito. Pericolose, inquietanti, sicuramente pesanti. Carpire quegli istanti non è facile. Serve attenzione. E calma. «Pensiamo a una persona che da essere molto aperta ed espansiva si chiude in un istante, ma anche da che è molto isolata a piena di amici. Può sembrare un fatto positivo, ma a volte non lo è», spiega Giorgia Minotti, direttore tecnico capo psicologo della polizia di Stato, in servizio alla questura di Milano. 
La sua è un’esperienza quotidiana, sul campo, nelle audizioni protette durante le quali i minorenni vengono ascoltati da investigatori e inquirenti: un momento che può essere drammatico, commovente, liberatorio. Decisivo per un’indagine. Come lo è stato per la quindicenne del liceo Massimo che in quella sede ha raccontato gli abusi subiti dal prof di ripetizioni. «In quel momento, da soli, senza genitori accanto, si diventa più grandi – sottolinea la dottoressa Minotti -. Genitori e insegnanti non devono sottovalutare cambiamenti drastici di rendimento scolastico, l’incapacità dei ragazzi a sostenere interrogazioni, disturbi psicosomatici senza una ragione medica». I maschi «sono più superficiali, almeno in apparenza, perché la cultura li vuole meno toccati dalle situazioni, più forti - aggiunge -. Le femmine invece non parlano per vergogna, ma anche perché si auto colpevolizzano per qualcosa che potrebbe aver provocato le avances che hanno subito, di come poi possono essere considerate. I ragazzi difficilmente si confidano fra di loro, le ragazze lo fanno spesso con le amiche che poi si fanno portavoce con i genitori e a scuola».
Già, i genitori. «Quando va tutto bene in casa non è detto che sia così, anzi ragazzi troppo adattati alle regole, che non discutono mai con mamma e papà possono nascondere problematiche che emergono con un brutto voto, una lite con un amico, desideri non esauditi - fa notare l’esperta -. L’ipercontrollo è sbagliato, ma lo è anche pensare di stare al sicuro fornendo ai figli strumenti tecnologici, come il telefonino, che invece limitano la relazione con i genitori», dice ancora la psicologa della polizia per la quale «i ragazzi non si fidano delle capacità dei genitori di difenderli, temono che possano loro stessi rimanere vittime dei bulli o di creare problemi a casa, o ancora del fatto che il padre e la madre possano minimizzare quello che gli è accaduto. Con loro evitare metodi polizieschi, domande tipo «ma tu allora che hai fatto?» o peggio «ma guarda come vai in giro». Ascoltarli senza giudicarli, perché tutto sia spontaneo e al loro livello. Altrimenti «continueranno a pensare di potercela fare da soli«. E non è così

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