A giocare un ruolo fondamentale nella diffusissima tendenza a confondere i giorni infrasettimanali è l'influenza sul nostro modo di pensare sul nostro modo di pensare dell'organizzazione del tempo in settimane di 7 giorni. “Il ciclo settimanale di sette giorni si ripete per ciascuno di noi sin dalla nascita – spiega David Ellis, primo nome dello studio – e crediamo che ciò faccia sì che ciascun giorno della settimana acquisisca un suo carattere proprio”. Da questo punto di vista il lunedì e il venerdì sono risultati più fortemente caratterizzati. Ellis e colleghi hanno infatti scoperto che per gli individui coinvolti nel loro studio era più facile associare termini specifici (ad esempio “noioso” oppure “libertà”) a questi due giorni che non al martedì, al mercoledì e al giovedì, risultati più insignificanti e quindi più facilmente confondibili. Non a caso quando ai partecipanti è stato chiesto che giorno fosse la risposta corretta è stata fornita 2 volte più rapidamente quando era lunedì o venerdì rispetto a quando era mercoledì.
Le ricerche non si sono però fermate qui, ed Ellis e colleghi hanno anche scoperto che nella maggior parte dei casi quando si confonde il giorno attuale con quello precedente o con quello successivo – evenienza verificata in quasi il 40% dei partecipanti – lo si fa in uno dei 3 giorni centrali della settimana lavorativa. Non solo, il numero di errori aumenta a più del 50% dei casi nelle settimane che comprendono un giorno di vacanza; in questo caso spesso si finisce per pensare di essere un giorno indietro rispetto a quello corrente. Ciò significa che oltre al carattere tipico del giorno della settimana in cui ci si trova ad entrare in gioco è anche il passaggio dal fine settimana alle giornate lavorative.
I fattori alla base di questo fenomeno potrebbero essere anche culturali. “Un motivo dietro al fatto che in giorni di metà settimana evocano meno associazioni rispetto ad altri giorni potrebbe essere quanto poco spesso siano utilizzati nel linguaggio comune, fatto che darebbe minori possibilità per creare delle associazioni”, ipotizza a tal proposito Rob Jenkins, coautore dello studio. “Ci sono ad esempio molte canzoni pop che utilizzano lunedì o venerdì, mentre i giorni centrali della settimana sono utilizzati raramente”, continua Jenkins. Ma quali sono, dal punto di vista pratico, le implicazioni di questa curiosa scoperta? “Se in futuro – spiega l'esperto – saranno evidenziati dei legami anche con variazioni sistematiche durante la settimana di aspetti del comportamento come il rischio e la tolleranza, le conseguenze potrebbero essere significative non solo per il comportamento del singolo individuo, ma anche per valutazioni psicologiche”.
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