Dal sito: www.lucadivenanzio.it
Cos’è l’escapismo? Con questa parola ci si riferisce a una modalità “estrema” di svago la cui finalità consiste nell’estraniarsi dalla realtà, quando quest’ultima è vissuta in modo negativo. Quali sono dunque i comportamenti messi in atto da coloro che soffrono di quella, che soprattutto in tempi recenti, viene considerata a tutti gli effetti una patologia? Iniziamo col dire che nessuno ama soffrire o vivere situazioni stressanti. L’essere umano da sempre, alla ricerca del raggiungimento di uno stato di omeostasi, tende alla fuga quando posto dinanzi a condizioni complesse o a strade particolarmente impervie e difficili da percorrere. Sembrerebbe quindi che la tendenza all’evasione sia frutto dell’evoluzione umana, una caratteristica insita in ognuno di noi e che ci consente di arrivare a un generale benessere psicologico.
E questo è un male? Potrebbe divenirlo, nel momento in cui una corretta e bilanciata predisposizione alla gestione delle emozioni, positive o negative, dovesse lasciar spazio al desiderio di sopprimerle, o allontanarsi da esse utilizzando comportamenti e condotte disfunzionali o dannose. In un mondo che corre sempre più veloce, in cui ci si sente costantemente bombardati da stimoli esterni e compiti da portare a termine nel più breve termine possibile, un numero crescente di persone si rifugia nell’alcol e nelle droghe. Sempre più adolescenti si ritirano in un mondo virtuale fatto di videogames, di vite alternative e di amicizie superficiali, un luogo al riparo da un presente insoddisfacente e da una realtà che, molto spesso, faticano a sostenere.
In generale, il cambiamento dello stile di vita moderno, che si muove in direzione di contesti, ambienti e lavori ogni volta più distanti dalla condizione naturale dell’uomo, ci espone tutti al concreto rischio di allontanarci da una realtà vissuta da molti come sempre più ostile e insostenibile.
Lo stesso fenomeno degli Hikikomori, termine che letteralmente significa “stare in disparte e che identifica quella categoria di persone che hanno deciso, volontariamente, di ritirarsi dalla vita reale sostituendola con quella online, può essere considerato un’estrema manifestazione di escapismo.
Come fare, dunque, per evitare di cadere nella trappola dell’evasione? Per prima cosa, fermarsi un attimo a riprendere fiato, concedersi un momento di pausa dall’estenuante corsa che la società attuale sembra imporre di dover proseguire a tutti i costi. Un sano escapismo, come ascoltare musica, immergersi nella lettura di un libro, immedesimarsi nel mondo fantastico raccontato in un film, non è sbagliato. Aggrapparsi a qualcosa in grado di distogliere per un po’ l’attenzione, in modo sicuro, da una realtà stressante e faticosa, potrebbe anche essere considerata una positiva ancora di salvezza, purché questa venga utilizzata poi per trovare il modo di rigenerarsi e trovarsi ancora più pronti a fronteggiare una realtà che, nelle sue difficoltà quotidiane, merita sempre di essere vissuta appieno con accettazione, in armonia con i propri valori e nella piena consapevolezza.
In collaborazione con Alessandro Bellardi Falconi
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