Anche i giovani padri
sarebbero a rischio di un significativo aumento di sintomi depressivi in
co-occorrenza del cambiamento del loro ruolo familiare.
Uno studio
longitudinale recentemente pubblicato sulla rivista Pediatrics lo riporta e
sottolinea la necessità di guardare criticamente all’emergenza di tale fenomeno
con adeguati e tempestivi interventi di screening e monitoraggio per poi
rispondere al bisogno dei giovani padri.
Secondo i dati dello
studio (che ha coinvolto un campione di padri americani diventati genitori per
la prima volta nella fascia di età dai 24 ai 32 anni e che vivevano in casa con
i figli), i sintomi depressivi aumentavano mediamente del 68% durante i primi
cinque anni di paternità (da sottolineare che ciò non significa che si debba
poi necessariamente sviluppare un conclamato episodio depressivo maggiore o
disturbo dell’umore – aspetto non considerato dallo studio che utilizzando questionari
self-report e non colloqui clinici/SCID-I).
La ricerca ha
utilizzato dati raccolti da 10.623 giovani uomini coninvolti nello studio
National Longitudinal Study of Adolescent Health (Add Health) monitorati e
valutati durante l’adolescenza fino alla transizione nell’età adulta; in
particolare sono state utilizzate come misure di outcome una batteria di scale
per la valutazione della depressione, con riferimento al Center for Epidemiologic Studies Depression Scale.
E’ interessante notare che lo studio mette in evidenza che sono proprio i
giovani padri che vivono in casa insieme ai figli a sviluppare un aumento dei
sintomi depressivi nei primi cinque anni di paternità; va sottolineato che
coloro che invece non vivevano quotidianamente nella stessa casa con i figli
presentavano maggiori sintomi depressivi prima della nascita del figlio che
invece iniziano a diminuire durante gli anni della paternità( da riconoscere
che tale sottocampione è però minore in termini di numerosità rispetto al
campione di padri che convivono con i loro figli).
La depressione
genitoriale nei padri ha chiaramente anche un effetto negativo sui piccoli
figli in termini di caratteristiche delle interazioni genitore-figlio tra cui
maggiori punizioni corporali, minori interazioni e maggiore stress riportato
anche nella relazione.
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